Vignaiolo ingaggiato
Suvvia, raggiunti in un paio di giorni i 100 like sulla nuova pagina, FB mi ha invitato a un pronto ringraziamento a tutti coloro che hanno avuto la bontà di pensare a me e considerare la 4 parole in croce che mi è venuto di scrivere.
E
qui vi ringrazio, con un qualche ritardo. Ho per lungo tempo pensato che
FB fosse una piattaforma social sul quale dominavano oramai bischeri,
creduloni e terrapiattisti (scusate la ridondanza e la molteplice
psudo-sinonimia), ma in fondo, se il tuo
strumento di elezione è la parola scritta (oltreché la fermentazione) e
non le foto di gattini, non c’è davvero una grande alternativa, da
quando i blog non se li fila più nessuno.
È infatti vero, da una
parte, che si tratta della piazza eletta per gli sfoghi semi isterici di
noi ormai canuti figli degli anni ’70/’80, ma in fondo qualcuno che
legge quel che scrivi c’è e tanto ci basta, dai.
Siccome noto che
sto girando in tondo e che questo ringraziamento rischia di diventare un
insieme di ancor più inutili ciance, per non perdere l’occasione per
una riflessione di quelle che mi piacciono, e che forse hanno qualche
rilievo in più per chi legge – ammesso che ne abbiano – vengo a un fatto
degli ultimi giorni, che mi ha coinvolto in quanto vignaiolo, in quanto
attivista #FIVI e come uno tra i primi firmatari.
Forse non proprio tutti sanno che, ciuffo Trump non si limita a
bombardare gente a caso e a mettere dazi sui formaggi puzzosi francesi
per punire l’airbus e l’UE; adesso si è accorto dell’Italia!!! Forse un
controllo a tappeto di un mappamondo?
E insomma, per farci scontare
i disonesti redditi di cui tutti noi godiamo grazie alle manovre delle
multifunzionali dell’aria, ha deciso di mettere giù una pesante cortina
di dazi contro i nostri vini.
Mi piace e mi corre l’obbligo quindi di segnalare la petizione che abbiamo firmato, promossa dal mio co-carbonaro #FIVI Michele Antonio Fino:
chng.it/CwQqvjbGwj
E invitare i miei tre lettori ad andarsela a firmare. Potremo così
anche noi dire, fieramente: “Quante ne ho prese! Ma quante gliene ho
dette!”
Pur volendomi tenere per la prima quindicina di gennaio –
sapete, buoni propositi – inusualmente alla larga dalle polemiche che
tanto mi piacciono (sono pur sempre toscano, non scordatevelo), non
posso esimermi poi dal ricordare che sul tema e su come stiamo reagendo
alla cosa è intervenuto anche l’amico Walter Massa, fungendo in qualche
modo da utile sprone all’azione per la nostra associazione.
Ricordiamoci sempre che senza voci critiche non esiste dialettica, non
esiste democrazia, non esiste niente, neanche il pensiero.
Manteniamo quindi vivo il dibattito in #FIVI, lasciando perdere la paura per i “toni” e per i botti: senza la presenza organica di matti e visionari la #FIVI non sarebbe (non sarà?) più quella grande e incredibile associazione che è.