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Totalitarismi ieri oggi e domani. Svegliarsi con Barbero.

// Brogliaccio del video: youtu.be/3j66m9OMxvo //

Questo è un tipico video di quelli che ti scappano e non li puoi trattenere, la mattina, dopo il caffè. YouTube – meglio dire l’ALGORITMO – stamattina mi ha fornito la solita dose di video consigliati. Tra gli altri, un paio del prof. Barbero.

Solito dilemma: libro o cellulare, per partire di slancio con la giornata? Stamattina vince il cellulare. E sia dunque lode agli dei del budino al cioccolato per il buon Barbero!

Si tratta di due recenti lezioni tenute dal Prof. per Intesa San Paolo:

  1. Essere SCHIAVI, davvero un bel contributo sull’argomento, me lo sono sparato mentre facevo colazione.
  2. Il secondo Essere SUDDITI, mentre guidavo e giravo per commissioni.

Il primo è certamente il più suggestivo dei due, ma il secondo mi ha richiamato, tra le altre cose, un’antica  e faticosa lettura, di quando ero uno sprovveduto studente di filosofia, ben più di vent’anni fa: “le origini del totalitarismo” di Hannah Arendt per poi investire molti altri temi, dai quali non posso che essere attivato ed eccitato, per la mia inclinazione a mal sopportare i prepotenti, siano essi istituzionali o soggetti di diritto privato.

Ripeto, questo è un video di quelli che ti scappa di fare e non si può davvero affrontare un argomento spinoso come il totalitarismo, e nemmeno un’opera così ponderosa e complessa, così fondamentale con i ricordi di un tempo remoto e qualche citazione sparsa.

Ho però dovuto, proprio dovuto, fare questo breve video perché l’argomento è importante e mi pare ricollegarsi in modo evidente al mio recente video sul Democracy Index.

Mi sono chiesto, ascoltando il Prof. parlare, nel suo usuale modo efficace e coinvolgente dei due grandi totalitarismi del ‘900:

  1. lo stalinismo, quello che dovremmo in definitiva chiamare nazional-comunismo
  2. e il nazional-socialismo, che quindi dovremmo per coerenza diffusamente chiamare hitlerismo, in questo culto della personalità al contrario.
  3. E, in definitiva, del totalitmo originale: il fascismo italiano. Originale ma incompiuto, come ben spiega per quanto sinteticamente, il prof. Barbero.

Ma divago.

Sono quindi tornato al democracy index in anticipo su quanto avevo programmato, prima dell’aggiornamento con i dati del 2022 – Quello sarà un video a venire – e mi sono scorso la lista dei paesi e delle loro varie fortune.

E mi sono chiesto, seguendo la memorie di letture della Arendt, ma soprattutto utilizzando l’efficace e sintetica definizione di Gentile: “per il fascista, tutto è nello Stato, e nulla di umano o spirituale esiste, e tanto meno ha valore, fuori dello Stato”, ebbene, quali sono gli stati a cui questa definizione si adatta meglio, oggi?

La risposta immediata è ovvia: Corea del Nord! Sfilate, gagliardetti, irreggimentazione di tutta la popolazione, abolizione di ogni forma di processo democratico e elettorale, per quanto piccola, assassinio come strumento di potere, campi di concentramento e rieducazione. Culto della personalità del Leader. Insomma, c’è tutto.

Poi? La Cina? La Cina di Mao senza dubbio. La Cina di DENG Xiaoping, la Cina del “Cinesi arricchitevi”, decisamente no, pur essendo ovviamente la Cina della seconda strage di piazza Tienanmen.

Ma la Cina di oggi, la Cina di Xi Jinping quanto ci metterà per tornare allo stato che è tutto? Forse non può succedere, che la fabbrica del mondo ricada in certi schemi, ma…

E poi ci sono le teocrazie. Afganistan e Iran sopra ogni altra cosa. Possiamo definirli totalitarismi? Forse nel modo in cui Pio XI definisce, autodefinisce, in certo senso, la chiesa cattolica un totalitarismo?

Sono forse orrori diversi dal totalitarismo, ma se è vero che Gentile, scrisse che “il fascismo è come la religione”, in questo potremmo dire che la totalizzazione religiosa non è altro che una forma specifica di totalitarismo, di fascismo.

L’elenco dunque dei totalitarismi contemporanei si è già fatto più lungo e deprimente di quello che sarebbe bello attendersi da un mondo moderno.

Purtroppo anche i teorici del totalitarismo, sono tutt’altro che scomparsi. Le dittature “semplici” come quella russa e tante altre, se ne fanno forti, pur rimanendo dittature politiche e poliziesche, ma non ancora totalizzanti.

E non sono nemmeno intellettuali e filosofi tutti da sottovalutare, pur nel loro anacronistico accanimento contro la modernità. Un Dugin, per dire, non è liquidabile con la stessa facilità di altri pensatori, quando lo si legga o lo si ascolti.

Per il resto spesso ci troviamo di fronte a intellettuali ben lontani dalla forza intellettuale di un Gentile o di un Evola, oggi ci troviamo a doverci confrontare con dei teorici piccoli piccoli del totalitarismo metafisico, che brigano dai salotti televisivi per danneggiare ogni fiducia nel futuro e, quindi, nella democrazia, a favore dei regimi presenti e futuri.

Questa schiera di filosofi, vecchi per non dire vetusti, accompagnati dal loro codazzo di pseudo intellettuali e giornalisti prezzolati, sono, per esempio Agamben, che nella sua follia senile paragona (in SENATO!!!) le politiche anti covid alle torture medicali del nazismo; oppure un Galimberti, sacerdote di ogni depressione geriatrica, che sdogana il “si stava meglio quando si stava peggio”, dandogli una sottilissima mano di valore filosofico e altri su cui non mi voglio dilungare.

Tutti pronipoti del povero Hegel, nonno di moltissimi filoni filosofici, tra i più audacemente innovativi e i più orrendamente retrivi. Non ne possiamo volere al grande pensatore germanico, mi pare, no?

Questi pensatori in particolare, sono affetti da quella strana forma di degradazione del pensiero metafisico che li fa blaterare di angeli e spiriti dei popoli.

È quindi evidente che il misticismo e la metafisica di discendenza idealista, non hanno ancora finito di portare i  loro frutti più avvelenati nel mondo.

L’azione di costoro, mira a realizzare il suddito perfetto dei totalitarismi, dato che, come scrive la Arend: “Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto oppure il comunista convinto, ma le persone per le quali non c’è più differenza tra realtà e finzione, tra il vero e il falso.”

Vi ricorda qualcosa, riguardo l’ultimo scorcio di anni? Tra covid e guerra in ucraina, la differenza tra vero e falso è andata definitivamente a farsi benedire, anche grazie a gente proprio come Agamben e Dugin.

Potrebbe fare quasi piacere vedere come la filosofia si stia riprendendo il centro della scena. Purtroppo però non è una filosofia votata al progresso e al miglioramento della condizione umana, ma devota ai regimi e a una visione del mondo metafisicamente pessimista, nella peggiore accezione del termine.

Il totalitarismo preme sempre e cerca sempre di sconfiggere il suo nemico naturale, la democrazia, che ha come unica difesa, mi spiace dirlo, non le ragioni dell’essere nel giusto, non la forza delle idee, che non contano niente come fattore di sopravvivenza, ma bensì la supremazia economica e militare dei paesi democratici.

È triste, ma è così ed è uno stato di cose destinato a finire. Dopo di ciò non si vede cosa impedirà al mondo di farsi, di nuovo un luogo dove totalitarismo ha un accezione positiva. E dopo ancora cosa? Tornerà in auge anche la parola “schiavitù”?

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