Piccola autobiografia per decenni
Le piattole autobiografiche ce le siamo prese un po’ tutti. Io ho un rapporto davvero conflittuale con la mia storia di formazione e quasi non ve la voglio raccontare. Dalla programmazione alla fisica, attraverso la fantascienza, la matematica, la filosofia e l’arte contemporanea, verso il lavoro della cucina e del vino, sempre accompagnato dalla passione amorosa per la letteratura e l’orgasmica conflittualità con la scrittura.
Non leggete: non ve ne frega legittimamente niente. Serve solo a me per mettere in fila, impercettibilmente, la mia vita, di cui ho in definitiva solo confusi ricordi.
- Anni ’70: una strana vita in mezzo ai boschi, tra le ultime vestigia del mondo contadino – ho conosciuto l’ultimo mezzadro della mia famiglia, per dire. Sì, immerso nella morente civiltà contadina, ma dal punto di vista dei padroni. Enfant prodige per la scuola elementare della provincia toscana, disadattato per il resto del mondo
- Anni ’80:
- primo quinquennio lustrale: e infatti… lasciare le ombrose lande per continuare le scuole nelle campagne suburbane di Siena è un po’ come un salto da una scogliera. Uno ci si fa male, soprattutto se ha dieci anni ed è un bimbo strano, che parla di cose che questi vedranno solo con l’avvento di Internet, ma magari nemmeno allora, e che è pur sempre il figlio dei padroni, ma di quella parte di famiglia meno amabile, diciamo. Bullismo è un termine gentile per definire una tale situazione.
- secondo lustro: la scuola, lo sviluppo degli interessi più strani. Amore per la scienza, per la matematica, passione per la storia e la filosofia, inclinazione per l’informatica e un’unica soluzione per ogni problema: leggere tutto! Uno dei primi smanettoni di Siena, dove infine approda in un porto abbastanza sicuro (ma quanto noioso!) la vita sociale di un adolescente.
- Anni ’90: cose di cui non si parla, tante le volte mamma leggesse. Tante, ma mai abbastanza. Poi Pisa, studio finalmente Fisica, come sognavo fin da bambino. Ma diciamolo, la magia si è spenta quando, da bimbo dall’ego incontenibile, arriva lo scapaccione dell’essere respinto all’ammissione alla Normale (troppe di quel altre cose, mi sa e troppo superficiale preparazione). Ma la poesia si è spenta, anche se me ne sarei accorto ben dopo. Passano gli anni e poi… Matematica a Siena. Servizio civile e poi. Adesso basta! Occupiamoci di cose un po’ meno complicate:
- Anni ’00:
- primo lustro: prima gli studi di Filosofia, poi la Germania, Berlino, l’arte contemporanea, la cucina, la vita privata che non perdona e ti perseguita come una cambiale protestata, le mostre e la vita in Italia, Germania, Rep. Ceca, Russia… Inaugurazioni, vernici, rapporti di sistema. E anche qui la poesia si spegne, lasciandomi per un lungo periodo alla deriva, vittima della prosaicità dell’arte come sistema.
- secondo lustro: azienda per lo sviluppo software e gli appalti mancati, studio professionale per le lavorazioni editoriali e poi… Cavolo ne ho fatta di strada per ritrovarmi qui: nel 2006 inizio a fare il vino quasi per caso sulle terre di famiglia. E lì capisco, grazie anche alla mia cara futura moglie, che sono andato cercando lontano ma il riposo dell’anima, un nuovo fuoco creativo, l’ho trovato a 50 metri da dove dormivo da bambino. Prima la passione per l’enologia, agile e facile con la chimica che hai alle spalle, stranamente, e dopo quello per la Vite, magica pianta, e per tutti i suoi misteri. Il resto lo sopporti, perché non puoi esimerti da prenderti cura anche di quello.
- Anni ’10: ti nasce un figlio e tutto cambia. Lavori per qualcosa. La cucina, il vino e, sempre, la lettura onnivora, strumento per sconfiggere ogni problema, padroneggiare ogni ambito. E capisci una cosa: dopo aver studiato fisica a Pisa negli anni ’90 tutto il resto è banalità pura. È così, nella vita il riuso vale come nell’arredamento.
- Anni ’20: per ora poco ruggenti. Gli amici di Intravino, e io sempre li ringrazio, mi hanno augurato di diventare un famoso Vinicoltore, in questo infausto anno 2020. Chi te lo fa fare di aprire un ristorante? Di creare un mercato virtuale per i tuoi colleghi vignaioli? Di sottrarre tempo al sonno per essere mille cose diverse?
Ma non c’è riposo per la mente e alla fine il bisogno di riprendere gli studi filosofici e di imbarcarmi in sempre nuovi progetti è qualcosa a cui non posso proprio resistere. Ed eccoci qua.