25 aprile o il diritto di un popolo all’insurrezione armata e altre considerazioni
È giusto e doveroso seguire le regole e le leggi dello Stato?
Quando sono giuste senza dubbio: lo stato è un’invenzione umana che governa un territorio agendo in base a una vera o presunta volontà primaria, sia essa l’entità soprannaturale di turno o, il che non è molto diverso, “We, the people […]”.
Quindi a qualcosa servirà pure, no?
Ma viceversa, quando queste leggi sono sbagliate, il dovere civico qual’è?
È semplice: le si contesti e ci si batta con gli strumenti democratici e messi a disposizione da certe altre norme – auspicabilmente non le stesse – perché cambino quanto prima, ma facendo comunque sì che intanto siano osservate, osservandole noi per primi.
A bocca storta, lamentandoci a gran voce, ma comunque rimanendo ligi alla legge.
È questo uno dei cardini della vita democratica. È questo che fa funzionare la Germania meglio dell’Italia. L’altro, quello in alto – che se non c’è pigli in testa tutta la porta – è la certezza del diritto, ma questa è – quasi – un’altra storia.
Quando però le leggi sono inique, vessatorie e dittatoriali, che fare?
È dovere e diritto dei cittadini insorgere in armi?
La domanda ha – almeno – due risposte, come accade sempre alle domande in gran parte retoriche: la prima è “Sì!”, la seconda è “No!”
Non voglio fare lo spiritoso – davvero! – datemi un attimo!
Mi ha suscitato questo treno di pensieri un pezzo pubblicato dal “Fatto Quotidiano” ormai tanti anni fa, di cui però non vi metto il link perché cerco di pubblicizzare al minimo la spazzatura, scritto dal SUPER GIURISTA INTERNAZIONALE, nel quale mi sono imbattuto nel pensar digitando sulla materia presente e che si apre così:
«L’art. 5 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1793 afferma quanto segue: “Quando il governo viola i diritti del popolo, l’insurrezione è, per il popolo e per ciascuna porzione di esso, il più sacro dei diritti e il più indispensabile dei doveri”.»
Ora, io non sono né giurista né internazionale, ma ho imparato a leggere da piccino e di lì non ho più smesso. Il SUPER GIURISTA INTERNAZIONALE ha scambiato la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del –>>>1789<<<–” con la cosiddetta costituzione Giacobina, quella sì del 1793 e poi seguita da quelle del 1795 e del 1799. Per questo i francesi parlano di quinta repubblica: ogni tanto sfornano una costituzione. Noi teniamoci buona la nostra che è meglio.
Dunque, l’ignorantissimo SUPER GIURISTA INTERNAZIONALE ha sbagliato documento.
Il primo, la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789” è il documento fondante delle moderne democrazie ed essendo breve, voi che sapete come me leggere, vi consiglio di andarvelo a guardare: 1) tinyurl.com/ycxwcpft e date un’occhiata anche a questo: 2) tinyurl.com/ydgwpv62
Vedrete bene che l’Art. 5 dice:
«La legge ha il diritto di vietare solo le azioni nocive alla società. Tutto ciò che non è vietato dalla legge non può essere impedito, e nessuno può essere costretto a fare ciò che essa non ordina.»
Un po’ diverso da quello che dice il nostro pasciuto amico del Fatto Quotidiano, no?
Mi garba questo articolo, mi ricorda una mia personale interpretazione di un aspetto della fisica: tutto ciò che non è vietato è necessario.
E inizia così: «Art. 1. Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune.»
La cosa interessante – scusatemi, poi ci torno, all’insurrezione armata, fidatevi – la cosa interessante, dicevo è che i francesi come al solito non si sono inventati niente, perché hanno copiato la «Dichiarazione d’indipendenza americana del 1776» (quindi, caro SUPER GIURISTA P-R-I-M-A!), che dice – dai che lo sapete! – dice:
«Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità.»
Vedi: 3) tinyurl.com/yafv5r5w
“Mutarla o abolirla”. Non si parla esplicitamente di insurrezione, ma è sottinteso, no? È chiaro che un simile Stato di cui si sente il bisogno di sbarazzarsi non se ne andrà, probabilmente, solo con gentili inviti.
Bello l’illuminismo! È l’idea del vecchio e un po’ depresso Locke: è diritto del popolo modificarlo o distruggerlo. Che però non virgoletto perché, per quanto diffusa, forse mi sbaglio ma mi puzza di citazione spuria. Ma non mi addentro, ché è una lettura antica, per me, che ho solo ri-scorso per questa mia piccola fatica. Se ve lo volete godere ve lo potete scaricare dal mio sito: 4) tinyurl.com/y9x45oa9
Però, se uno continua a leggere la Dichiarazione d’Indipendenza si accorge che, in definitiva, i ribelli dichiarano lo Stato indipendente e di esso si nominano Governo e quindi non è già più insurrezione ma guerra tra Stati-Nazione e già il giochino è diverso e meno divertente. Un po’ come negli ultimi sequel di guerre stellari, via. No, non i film! I seguiti tipo Mandaloriano, dai! Che gente!
Andiamo un po’ avanti, così aiutiamo il tizio di cui dicevamo sopra a farsi chiarezza, e arriviamo alla cosiddetta “Costituzione Giacobina” – in accezione spregiativa, direi – questa sì del 1793 che all’art. 35 (35 NON 5, FAVA! Non ne chiappi una!), dice:
«Quando il Governo viola i diritti dei popolo, l’insurrezione è per il popolo e per ciascuna parte dei popolo il più sacro dei diritti e il più indispensabile dei doveri.»
Bello eh! Ecco perché l’hanno cambiata dopo appena due anni! Perché uno stato, benché fondato sull’insurrezione, quella stessa insurrezione la deve per forza vietare, per puro spirito di autoconservazione.
I giacobini, vedete, erano dei ragazzi fantastici ma un po’ poco pratici… Ma no! che Dico?! Erano completamente FUORI DI TESTA!!!
Che mi dimentico? La “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”? del…? Dai che lo sai, SUPER! Del…? DEL 1948, SOMARO! Come dimenticarla, anche se è un po’ noiosina e inizia così:
«Articolo1. Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.»
E, nonostante quel che possono dire i miei detrattori, a me piace molto questo gentile e soffice Art. 1. Bene, siamo tutti uguali? No davvero! Però vogliamoci bene, dai!
E dell’insurrezione che dice?
Quasi niente, ma nel preambolo c’è:
«Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme
giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere, come ultima
istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione; Considerato […]; Considerato […]; Considerato […]; L’ASSEMBLEA GENERALE proclama la presente dichiarazione universale dei diritti umani […]»
La trovate qui: 5) tinyurl.com/y7uy6xzt
Ma basta girellare, veniamo a noi.
La nostra costituzione ha una semplice e lineare risposta, al dilemma dell’insurrezione dei giusti:
«Art. 284 – Insurrezione armata contro i poteri dello Stato:
- Chiunque promuove un’insurrezione armata contro i poteri dello Stato è punito con l’ergastolo e, se l’insurrezione avviene, con la morte (1).
- Coloro che partecipano all’insurrezione sono puniti con la reclusione da tre a quindici anni; coloro che la dirigono, con la morte (1).
- L’insurrezione si considera armata anche se le armi sono soltanto tenute in un luogo di deposito.»
Capito?! Anche in un luogo di deposito! Ma dai! Erano in deposito!
E poi visto?! LA PENA DI MORTE!!!
No dai rassicuratevi, in fondo trovate scritto: «(1) La pena di morte per i delitti previsti dal codice penale è stata abolita dall’art. 1, DLGS LGT 224/1944 e sostituita con la pena all’ergastolo.»
Bontà loro!
Insomma, la Repubblica Italiana… che è fondata sul…? Te, lì nell’angolo col cappello da somaro fatto con il Fatto Quotidiano, dillo te! Non lo sai eh? O fai finta? Sul LAVORO, bestia!
Dicevo, la Repubblica Italiana, che è sì fondata sul lavoro, ma che poggia le proprie basi su ben DUE insurrezioni armate, ora ci minaccia di fucilazione, impiccagione e poi di reclusione a vita. In questo ordine.
Due insurrezioni: la prima quella garibaldina che ha unificato il paese, la seconda, quella che oggi, 25 aprile, FESTEGGIAMO giustamente perché, qui lo dico e non mi si potrà smentire che con falsi pretesti, la guerra partigiana è stata l’unica cosa a redimerci, almeno parzialmente, dall’onta del aver subito il fascismo per un ventennio e di aver spalleggiato e poi tradito quell’orrore innominabile che è stato e che è il nazismo.
Questa innegabile realtà è quella che fa sì che – per noi un po’ tanto paradossalmente – i cittadini tedeschi trovino in “Bella ciao” ciò che ci trovano alcuni – forse troppo pochi – italiani: il senso di redenzione dalla colpa di aver subito una dittatura. COLPA, sì.
Quegli italiani cittadini, uomini e donne (non sudditi quaquaraquà, come gli altri) che hanno il buon senso di capire che gli unici momenti che hanno salvato l’Italia dal ridicolo universale sono stati la lotta partigiana e la lotta, il rigetto sociale in particolare, contro la mafia, dopo le stragi, vadano nell’angolo insieme a quell’altro. SUBITO!
No, sul serio, non dovrebbero permettersi, certi ratti di fogna, di mettere in dubbio questo fondamento civile, come nessuno in Francia osa mettere in dubbio il bene che è venuto dalla rivoluzione francese, senza mai dimenticarne il male.
Insomma la nostra più importante ricorrenza laica, quella che cade oggi, afferma e festeggia il fatto incontrovertibile che se uno Stato diventa oppressivo ed iniquo, allora i giusti e gli osservanti delle leggi DEVONO prendere le armi.
Questo dice il 25 aprile, contro la nostra stessa Costituzione. Fate come vi pare.
Ma l’uso delle armi È sbagliato. Diranno subito molti, soprattutto le signore.
Davvero? A prescindere? Io sostengo da anni che la GUERRA è un atavismo, perché essa non è davvero più necessaria, non certo quanto lo era quando un clan di scimmie doveva sottrarre a un altro clan di scimmie una polla d’acqua, per poter sperare di sopravvivere (2001, sapete…).
È un atavismo perché il commercio internazionale e la comunicazione globale dovrebbero aver messo fine a questa orrenda pratica umana.
Il problema è: quale scimmia deve posare per prima la clava d’osso?
Una chiosa che non posso evitare, via: il pacifismo. Il pacifismo è davvero una bella cosa. Rifiuta l’uso della violenza e della guerra; quindi rifiuta anche l’insurrezione e QUINDI, ciò che è rappresentato dal 25 aprile, ma questo lasciamo stare.
Il pacifismo sostiene che la guerra debba cessare. E io sono d’accordo, finché siamo nel campo della teoria. Ma il pacifismo inglese, quello incarnato o forse solo subito da Neville Chamberlain (leggete, magari, almeno, L’ora più buia, agile e poco impegnativo 6) tinyurl.com/ycnoh2rk ), fu ciò che consentì al nazismo di dilagare e a tanta gente che non aveva fatto niente a nessuno di perire.
Il pacifismo di oggi a cosa ci vuole portare? Attenderemo imbelli un vero Hitler Islamico? Già ci sono stati dei tentativi non male.
L’Impero colpisce ancora, certo. La prepotenza degli USA discende dalla loro stessa preponderanza e la NATO è un mastino assai poco simpatico. Ma davvero c’è del buonsenso per la povera Europa, incapace di darsi un’unità, nel voler cedere le armi per prima?
Qualche scimmia verrà inevitabilmente a farla nella nostra polla d’acqua, è certo, se alziamo le mani in segno di resa. Cosa farete allora? Resistenza passiva? Andatevi a leggere come finisce Gandhi in “The Last Article” di Harry Turtledove. Non ve lo linko perché è un ricordo d’adolescenza e non sono riuscito a ritrovarlo. O forse era un racconto in “Dangerous Visions”? Boh! Comunque, nel racconto di storia alternativa, l’opposizione di Gandhi al nazismo dura il tempo preciso di piantargli un proiettile in testa. E arrivederci. Già che ci siete, magari leggete anche la lettera che Gandhi scrisse ad Hitler: 7) tinyurl.com/y8ebphms
Fa tenerezza.
Ma ecco, sono andato fuori tema! Anch’io nell’angolo! Però quello opposto a dove stanno gli altri minchioni, PER FAVORE!!!
Basta, veniamo a oggi. Può una legge giusta diventare oppressiva tanto da giustificare i giusti e gli osservanti delle leggi a prendere le armi contro uno Stato che si è fatto a quel punto poliziesco, se non proprio totalitario?
La risposta è aperta. Nello specifico la norma giusta è, ancora una volta nella nostra bellissima Costituzione. La più bella del mondo! Altro che quella americana! Tenete lontani gli scimpanze del pan di stelle dalla MIA COSTITUZIONE.
Ehm! Scusate. Ebbene, articolo 16:
«Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.»
È una norma che sa quasi di preveggenza essendo stata prevista in una carta costituzionale scritta nel…? nel…? QUANDO? Nel 1947! Razza di bagongo intellettuale! Non chiedetemi come una legge del ’44 possa aver modificato una costituzione del ’47. Chiedetelo a lui.
A che punto l’applicazione di questa norma dicevo, diventa oppressione? La risposta è aperta ma ve lo dico: io c’ho poco.
Siamo inoltre sicuri che una situazione in cui le forze dell’ordine usano i droni per stanare dei pericolosi gitanti pasquali e mai usati per spacciatori e scippatori, che io sappia, possa essere riportata al precedente punto di ripristino democratico? Qualche dubbio c’è. I gitanti non rispondono al fuoco. Per ora. Ma per teoria e pratica del colpo di stato vi rimando alle ben più capaci mani di Curzio Malaparte: 8) tinyurl.com/yb5s2ep8
Vabbè, qui voglio chiudere, senza dare una risposta che tanto non ho, perché vi ho fatto fare una gita lunga lunga tra le carte costituzionali e ora sarete stanchi, poverini. Io mi sono divertito a scrivere questo articoletto. Se voi non vi siete divertiti a leggerlo peggio per voi!
Vi saluto ricordando solo che il manfano del Fatto quotidiano in chiusura di articolo scrive anche «[…] il ministro Tremonti osservava acutamente in televisione […]»
“Tremonti” e “acutamente” nella stessa frase? Ma che si era fumato, questo!
Se non lo trovate nemmeno così non so proprio come aiutarvi.
Buon 25 aprile 2020!
Note a piede di pagina